
Se si è amanti dell’archeologia e dei paesi arabi non può mancare una visita a Petra, la perla della Giordania. Il sito si trova a 250 chilometri a sud della capitale Amman. Costruita 2000 anni fa, in una gola tra le montagne a est del Wadi Araba, la grande valle si estende dal Mar Morto al Golfo di Aqaba nel Mar Rosso.
La sua storia si perde dentro i granelli di sabbia che si calpestano visitandola. Il suo nome semitico, infatti, era Reqem o Raqmu («la Variopinta»). Se ne trova traccia anche nei manoscritti di Qumran. Petra nacque come una città degli Edomiti e, successivamente, divenne capitale del popolo di commerciati, i Nabatei: la sua posizione strategica metteva in comunicazione il sud della Penisola araba con il mar Mediterraneo.
Nel sito sono presenti diverse facciate che, nel tempo, sono state intagliate all’interno della roccia. Il sito è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1985. Tutta la zona attorno, invece, è un parco nazionale archeologico.

“Verso la metà dell’VIII secolo, Petra fu abbandonata in seguito alla decadenza dei commerci e a catastrofi naturali e, benché le antiche cavità abbiano ospitato famiglie beduine – si legge nella pagina di Wikipedia – fino ad anni recenti, fu in un certo senso dimenticata fino all’epoca moderna. Il complesso archeologico fu rivelato al mondo occidentale dall’orientalista svizzero Burckhardt nel 1812”.

