L’Arabia Saudita annuncia la riapertura della sua missione diplomatica in Siria. Da Damasco fanno sapere che sarà riaperta anche l’ambasciata siriana a Riad.

Il presidente siriano ha ricevuto a Damasco, consegnato dall’Ambasciatore saudita ad Amman, l’invito ufficiale del Re saudita a partecipare alla 32° vertice della Lega degli Stati arabi che si terrà il 19 maggio proprio in Arabia Saudita.

La mossa di Riad arriva una settimane dopo che il presidente siriano Bashar Al Assad ha ricevuto nella capitale siriana il ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan, nella sua prima la prima visita ufficiale dallo scoppio della crisi siriana nel 2011.

La Lega Araba, infatti, aveva votato domenica 7 maggio per reintegrare la Siria, uno dei suoi paesi fondatori, dopo una sospensione di 12 anni. La decisione é stata presa all’unanimità dai ministri degli Esteri arabi riuniti al Cairo – sede della Lega Araba: deve riprendere la partecipazione delle delegazioni siriane e delle sue organizzazioni e organismi alle riunioni del consiglio della Lega.

La Lega araba ha sottolineato che la sua decisione di reintegrare la Siria è stata presa con l’obiettivo di continuare a lavorare per porre fine alla “sofferenze” del popolo siriano e aiutarlo a “realizzare le sue legittime aspirazioni future”. Un ruolo essenziale potrebbero giocare i paesi fratelli, superate le divergenze, nella risoluzione di tutti gli aspetti della crisi siriana, comprese le questioni di sicurezza, umanitarie e politiche, per affrontare gli effetti della guerra siriana sugli stati vicini, sulla regione e sul mondo, come la questione dei rifugiati, la malavita e il contrabbando, e la minaccia del terrorismo.

L’intenzione dell’Arabia Saudita, guidata dal principe Mohammad Bin Salman, è di riprendersi il suo ruolo storico, non solo capofila dei paesi del Golfo, ma in tutta la regione. Potrebbe essere un importante passo avanti, dopo lo storico accordo raggiunto tra l’Arabia Saudita e l’Iran con la mediazione della Cina, per scrivere una nuova pagina nei rapporti tra i paesi arabi e – perché no – una ventata di pace e stabilità in tutto il Medio Oriente.