Knafeh: il dolce arabo più dolce

“Al-Knafeh” è un dolce di origine araba, tipico di tutto il Medio Oriente. E’ molto noto in Libano, Siria, Giordania, Palestina, Egitto, ma è possibile assaggiare il dolce al formaggio anche in Grecia e Turchia. La delizia la si può trovare con diversi nomi ma è sempre, più o meno simile, con qualche piccola variante.

Il dolce è composto da formaggio racchiuso tra due strati di pasta filo tagliata, che prende il nome di Kataifi. La pasta filo viene compattata, condita con burro, cotta in forno e poi ricoperta con uno sciroppo di acqua e zucchero, che tanti assaggiandolo credono erroneamente che si tratti di miele. 

Il Knafeh, ormai, è considerato un dessert tipico di molti paesi, con varianti minime, ma quello che non cambia mai è il delizioso contrasto tra il dolce e il sapore appena sapido del formaggio.

Ci sono due tipi di knafeh tradizionali:

• Knafeh Naameh (sottile): è fatto con un impasto a base di semolino che viene poi macinato con una consistenza tipo il pangrattato. Questa preparazione richiede più lavoro perché bisogna fare l’impasto da zero, formando uno strato di formaggio ricoperto da uno strato di pasta di semola.

• Knafeh khishna (grossolana): è fatto con una speciale pasta filo sminuzzata chiamata kataifi. Può essere fatto con uno strato di formaggio ricoperto di pasta o a due strati come questa ricetta, dove il formaggio è inserito in mezzo.

Origine  

La parola araba Knafeh (in arabo: كنافة) potrebbe derivare dalla parola copta egiziana “kenephiten” che indica un pane o una torta. Altri ritengono, invece, che provenga dall’arabo “kanafa”, che significa racchiudere e avvolgere, in riferimento alla modalità di fare il dolce.

Una storia comune che si racconta su questo piatto è che sarebbe stato creato e prescritto dai medici per soddisfare la fame dei Califfi durante il mese di Ramadan. Si narra, inoltre, che questo fosse accaduto nel califfato Omayyade in Siria, Muawiya Bin Abi Suofyan durante il suo califato a Damasco. È stato associato a lui e ha preso il suo nome “knafet Muawiya”

Inoltre, alcuni ritengono che sarebbe menzionato in alcuni manoscritti del X secolo in Egitto, nel Califfato Fatimida. Tuttavia, i piatti menzionati nei testi storici non sono necessariamente gli stessi delle versioni moderne di knafeh.

Ingredienti per 4 persone                                                                         

• 500 grammi di pasta Kataifi

• 200 grammi di burro o margarina 

• 500 grammi di ricotta o di mozzarella o anche metà e metà

• 300 grammi di zucchero

• 300 ml di acqua

• Un cucchiaio di acqua di rose

• succo e scorza di limone grattugiata finissima

• 70 grammi di pistacchi tritati

Preparazione: (30’ min)

1- Dividere la pasta Kataifi in più parti e separare gli spaghettini e metteterli in una placca grande, stando attenti a non sbriciolarla troppo.

2- Condire con il burro sciolto, in modo che tutti la pasta ne sia ben ricoperta.

3- Prendere uno stampo per torte di 15 cm e imburrate generosamente il fondo. 

4- Prendere metà della pasta Kataifi e foderate il fondo dello stampo. Se risulta troppo secca ungete con il burro.

5- Lavorare la ricotta con una spatola fino a renderla cremosa. 

6- Spalmare uno strato sopra il Kataifi e poi richiudete con il resto della pasta. 

7- Per aiutarsi a sigillare alla perfezione usate altro burro sciolto come collante.

8- Accendere il forno a 170-180 gradi.

9- Mettere nel forno caldo e cuocete per 35 minuti.

10- Preparare lo sciroppo sciogliendo in un pentolino zucchero, acqua e succo e scorza di limone, fino a quando non assume una consistenza sciropposa. E per aromatizzarla si può aggiungere l’acqua di rose.

11- Sfornare e ricoprire subito con lo sciroppo, una bella cucchiaiata di pistacchi tritati grossolanamente.

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