Di Sebastiano Depperu
Il cuore delle città arabe è il suk. E se si vuole entrare nelle loro viscere bisogna farci un salto: cultura, tradizioni e artigianato vi aspetteranno e vi accoglieranno assieme ai volti sorridenti degli espositori. E Tunisi non fa di certo eccezione. Parola d’ordine: contrattazione. Non ci sono prezzi esposti ma si deve letteralmente contrattare un prezzo. A volte è estenuante ma può portare a veri e propri affari.

Oro, argento berbero, tappeti, cibi tipici vi aspetteranno. E sarà un’esplosione dei sensi. la Medina di Tunisi conta 20 suk. I più grandi sorgono attorno alla grande Moschea e formano un enorme mercato, diviso in settori che corrispondono alle diverse tipologie di merce.

Oro e gioielli tipici (foto di Sebastiano Depperu)
Si cammina tra la gente che fa acquisti (gente del posto e tanti turisti), stretti in mezzo a colori e profumi. Il primo senso che viene stimolato è la vista: un’esplosione di colori, forme e oggetti. L’artigianato è di ottima qualità. Gioielli, ceramiche e tappeti sono le merci più ricercate. Ci vuole tempo per scoprire tutto, girare e trovare la giusta occasione adatta per sé o per un regalo da portare a casa o agli amici.

Il suk è un luogo denso di odori e sapori. E qui sono chiamati il causa il gusto e l’olfatto. A farla da padrone saranno la menta fresca, le spezie, la carne, le frattaglie e il pesce fresco. E la gola è accontentata. Ma anche per il naso ci sono profumi intensi come essenze, olii, incensi e saponi.

Tutto si può toccare con mano, per la gioia del tatto. Bisogna prendere in mano gli oggetti, valutarli, controllarli e poi decidere di acquistare dopo averne contrattato il prezzo.

Per ultimo, ma non meno importante (anzi) nel suk viene stimolato l’udito. Da ogni parte si sentono voci, risate e si viene chiamati per acquistare: ogni venditore cerca di attrarre il più acquirenti possibili al proprio negozio.


