Il Cenacolo

Secondo la tradizione, il Cenacolo è il luogo dove Gesù consumò l’”Ultima Cena” con i suoi discepoli. Il luogo è, inoltre, considerato la residenza della primitiva Chiesa apostolica. Nella seconda metà del IV secolo i cristiani convertirono la piccola chiesa in una grande basilica che chiamarono “Santa Sion” e “Madre di tutte le Chiese”, a motivo della sua origine apostolica. In essa si conservava il ricordo del trono di Giacomo, “fratello del Signore”, e primo vescovo di Gerusalemme.

La chiesa della Santa Sion subì diverse distruzioni e restauri. Fu ricostruita dalle fondamenta in epoca crociata (XII secolo) e ribattezzata col nome di “Santa Maria in Monte Sion”. Dopo la demolizione del 1219, ordinata dal sultano Malek al-Kamil, rimase in piedi la sola cappella del Cenacolo (risalente al periodo medievale). Nel 1335, i francescani ricevettero in custodia il santuario dove ebbe principio la Custodia di Terra Santa, ufficialmente istituita nel 1342. In mezzo a molte difficoltà il convento fu abitato fino al 1552, quando i frati furono costretti a lasciare il santuario e poterono ritornare ad abitare in una casa non lontana dal Cenacolo solo nel 1936.

San Pietro in Gallicantu
Sul versante orientale del monte Sion, in una posizione molto suggestiva, è conservata la memoria del pianto di Pietro, dopo che il canto del gallo ha reso evidente il suo tradimento nei confronti di Gesù. Qui si venera un tratto di strada romana a gradini, percorsa con tutta probabilità da Gesù nella notte del Giovedì Santo.
Il luogo santo è curato dai Padri Assunzionisti, dove nella cripta della chiesa si può visitare un complesso di grotte che facevano parte di abitazioni del I secolo. In epoca bizantina vi sorgeva una chiesa dedicata alle lacrime di pentimento versate da Pietro dopo il suo tradimento. Furono rinvenuti resti di mosaici appartenenti all’edificio che allora era annesso al monastero. Nel XII secolo vi si ergeva la chiesa di san Pietro in Gallicantu, nome che si è deciso di conservare fino ai giorni nostri. La scalinata esisteva già all’epoca di Cristo: è bello pertanto pensare che su di essa sia passato Gesù con gli apostoli, la sera del Giovedì Santo, dopo l’Ultima Cena tenutasi al Cenacolo, quando scese verso l’orto del Getsemani.
Getsemani, Basilica dell’Agonia

Le principali memorie cristiane del Getsemani sono legate alla passione di Gesù Cristo. La sua sofferenza e la sua preghiera: “Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà”, sono ricordate nella Basilica dell’Agonia e nell’attiguo Orto degli Olivi. Il tradimento per opera di Giuda, uno dei discepoli, è ricordato nella Grotta del Getsemani. Il Getsemani fu un luogo sacro per i cristiani fin dai primi secoli, località verso il Monte degli Ulivi, dove Cristo si recò a pregare prima della sua passione.

Il culto sviluppatosi a ricordo della permanenza di Gesù e degli apostoli nella grotta è testimoniato dai numerosi graffiti osservabili sulle pareti e nel suo soffitto. Nel 1924 fu consacrata la nuova Basilica dell’Agonia dove si stende “un orto pieno di numerosi e vecchissimi ulivi, molto stimati dai fedeli e dagli infedeli.

Santuario della Flagellazione

La tradizione cristiana colloca, le sacro luogo, due momenti della passione di Gesù: la flagellazione e la condanna a morte. I due santuari sono annessi al convento francescano, sede dello Studium Biblicum Franciscanum. La chiesa della Flagellazione fu costruita originariamente dai crociati nel XII secolo e poi lasciata in abbandono per molti secoli. Nel 1838 fu acquistata dai francescani e riaperta al culto. L’architetto Barluzzi la restaurò nel 1929 mantenendone lo stile medievale.

Via Crucis

Una esperienza unica e speciale è ripercorre sulle orme di Cristo le vie dove tutto è partito. La Via Crucis, nel senso attuale del termine, risale al Medioevo. Il rifiorire dei pellegrinaggi è avvenuto a partire dal secolo XII e della presenza stabile, dal 1233, dei Frati minori francescani in Terra Santa.

Oggi chi visita Gerusalemme può seguire il percorso in 14 stazioni, dal luogo in cui secondo la tradizione Gesù incontrò Ponzio Pilato alle ultime quattro stazioni, situate nella chiesa del Santo Sepolcro, il luogo sacro della morte di Gesù sulla Croce e della sua Rissurrizione.

Santo Sepolcro

Il cuore della città vecchia di Gerusalemme per i cristiani è la basilica del Santo Sepolcro, conosciuta dai locali come “Chiesa della Resurrezione”: al suo interno si trovano il Calvario, luogo della crocifissione e morte di Gesù, e la Tomba di Cristo, dove secondo la tradizione cristiana, risuscitò il terzo giorno.

L’imperatore Costantino (327-335 d.C.) ordino dei lavori di sistemazione. Da allora, la tomba ritrovata rimase sempre in venerazione e fino alla distruzione (1009) la si poté osservare completamente scavata nella roccia, essendo rivestita di marmi solo all’esterno.
Della tripartita basilica costantiniana rimane oggi solo la rotonda dell’Anastasi. Il resto della costruzione comprendente l’ingresso a sud, il Catholicon al centro, il deambulatorio e la cappella sotterranea di S. Elena è opera crociata (1141).

I francescani ufficiano nella basilica dal XIV secolo insieme con altri riti cristiani, dei diritti dei quali disposero a loro piacimento i sultani, prima del Cairo e poi (dal 1517) di Costantinopoli, fino al riconoscimento dello “Status quo” (1757 e 1852), ferreo ordinamento che regola la convivenza delle diverse comunità, condividono la proprietà della basilica con la Chiesa greco-ortodossa e la Chiesa Armena Apostolica.

*Discrezione liberamente tratta da “Sulle orme di Gesù, guida ai santuari di Terra Santa”, Edizione Terra Santa.
*Immagini dal sito della Custodia di Terra Santa.