Egitto: scoperti due laboratori di mummificazione a Saqqar

Il sito archeologico di Saqqara non smette di dare emozioni e di stupire. Il Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità, qualche giorno fa, infatti, ha annunciato la scoperta dei due laboratori di mummificazione nell’area archeologica. Si tratti dei laboratori considerati tra i più grandi e completi mai rinvenuti: uno si occupava degli umani, l’altro degli animali. Oltre ai due laboratori sono state rinvenute altre due tombe e numerosi reperti archeologici.

La missione archeologica egiziana, che opera nell’area dal 2018, ha affermato che i due laboratori scoperti risalgono alla fine della Trentesima dinastia e all’inizio dell’era tolemaica, mentre le due tombe risalgono all’Antico e al Nuovo Regno.

Il laboratorio di mummificazione umana è ospitato in un edificio rettangolare di mattoni di fango, diviso dall’interno in una serie di stanze contenenti due letti di imbalsamazione, ciascuno lungo circa due metri e un metro di larghezza. All’interno del laboratorio sono stati trovati vasi di ceramica sparsi in tutte le stanze, oltre ad una grande quantità di lino e resina nera usata nella mummificazione.

Il laboratorio di mummificazione degli animali, invece, si trova in un edificio rettangolare in mattoni crudi con ingresso in pietra calcarea e suddiviso dall’interno in una serie di ambienti e sale, al cui interno sono state rinvenute alcune sepolture di animali di varie forme e dimensioni, lungo con alcuni strumenti per la mummificazione degli animali. Al suo interno sono stati trovati cinque letti di pietra calcarea incassati nel pavimento.

La missione è riuscita anche a scoprire due tombe. La prima di una persona chiamata “Ni Hsut Ba”, un impiegato dell’era dell’Antico Regno della V dinastia e detiene numerosi titoli religiosi e amministrativi.

La seconda apparteneva a un certo “Men Khabar” dell’era della XVIII dinastia del Nuovo Regno, un sacerdote della dea Kadesh, una divinità straniera di origine cananea della regione della Siria, che era venerata nella città di Kadesh e poi in Egitto, come la dea della fertilità.

La missione archeologica ha individuato una nicchia nella parete occidentale dal lato settentrionale, alta circa 130 centimetri e profonda circa 70. Al suo interno si trovava una statua in alabastro di grandi dimensioni raffigurante il proprietario della tomba seduto su una sedia, con indosso una parrucca, e un fiore di loto nella mano sinistra appoggiata sul petto, e la mano destra distesa sulla gmaba destra, e indossa una lunga veste, e quattro cartigli reali sono incisi sul petto e sulle spalle, nei quali è scritto il nome di “Thutmose Terzo e Quarto”.

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