La missione archeologica italo-olandese del Museo Nazionale di Antichità di Leiden in Olanda e del Museo Egizio di Torino, operante nell’area archeologica delle necropoli di Saqqara, in collaborazione con il Consiglio Supremo delle Antichità, è riuscita a scoprire una tomba risalente al periodo Ramesside di una personaggio di nome Banahsi. Pare che fosse il responsabile del tempio dedicato al dio Amon intorno al 1250 a.C.

Mostafa Waziri, Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità egiziane, ha sottolineato che la missione è riuscita anche a portare alla luce una serie di altre scoperte risalenti allo stesso periodo e che contribuirebbero a illustrare lo sviluppo della necropoli di Saqqara nel Periodo Ramesside, oltre allo svelamento di nuovi personaggi non noti nelle fonti storiche.

Saqqara è la necropoli della capitale dell’antico Egitto Menfi che, secondo alla tradizione egizia, fu fondata nel 3000 a.C. dal re Menes, il primo faraone dell’Egitto unito. La nuova scoperta supporta precedenti teorie che suggeriscono che lo spazio tra le tombe della XVIII dinastia sia stato riutilizzato in epoche successive e vi siano state costruite tombe e cappelle durante il periodo Ramesside.
La tomba di Panehsy ha la forma di un tempio indipendente. Si tratta di un complesso funerario a forma rettangolare, di 13,4 metri per 8,2 metri, con un cancello e un ingresso monumentale e una corte interna con portico colonnato e un pozzo che dà accesso alle camere sepolcrali sotterranee, e tre cappelle accanto.

Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino e capo della missione italiana, ha rivelato che all’interno della tomba sono stati trovati dei rilievi colorati raffiguranti il proprietario della tomba Banhasi e sua moglie Baia. E’ stata inoltre trova una raffigurazione di Banhasi che adora la dea Hathor e dei due coniugi davanti all’altare delle offerte. Dietro di loro è raffigurato un uomo calvo con una pelle di leopardo sulle spalle, oltre a una serie di scene di sacerdoti e offerte.

Da parte sua, Lara Weiss, curatrice della collezione egizia e nubiana del Museo di Leiden in Olanda, ha affermato che la missione è riuscita anche a portare alla luce i resti di quattro piccole cappelle, due delle quali contengono numerose grafiti, incisioni, e illustrazioni, di corteo funebre e risurrezione della sua mummia nell’altro mondo, e altre scene di adorazioni, offerte e processioni funebri.